Johann Vogel: la sua esperienza al servizio delle giovanili

11.07.2019 17:27

Johann Vogel: la sua esperienza al servizio delle giovanili

Con 94 presenze tra il 1995 ed il 2007 Johann Vogel occupa il quinto posto nella classifica dei giocatori con più presenze con la Nazionale svizzera. Davanti a lui si trovano Heinz Hermann (118), Alain Geiger (112), Stephan Lichtsteiner et Stéphane Chapuisat (103). A livello di club la carriera del ginevrino è considerevole, in quanto ha vestito le maglie del GC, del PSV Eindhoven, del Milan, del Betis Sevilla e del Blackburn Rovers. L’ex centrocampista 42enne mette ora la sua esperienza al servizio dell’ASF, dove è alla guida della Nazionale Under 19. Una fortuna per le giovanili del calcio svizzero e per i giovani calciatori che si vogliono ispirare alla sua carriera.

Johann Vogel, è alla guida dell’Under 19 dal primo maggio. Come ha vissuto il suo debutto?

Molto bene, mi sto adattando gradualmente. Questa esperienza mi affascina, in quanto ho sempre amato trasmettere, formare ed assistere. Mi piace vedere i giovani sognare di fare una grande carriera, lavoro per questo.

Vi servirà ugualmente un po' di tempo per adattarvi…

Il mio obiettivo è quello di capire la maniera in cui l’ASF funziona, di conoscere le strutture e di avere tutte le informazioni necessarie sui giocatori del mio contingente. Sapere con chi e come lavorerò. Per questo fine posso approfittare dell’aiuto degli altri allenatori nazionali con cui ho dei contatti molto schietti. La loro esperienza permette di facilitare la mia integrazione.

I vostri giocatori conoscono la vostra carriera o sono troppo giovani?

Sono troppo giovani per avermi conosciuto davvero come giocatore. Dall’altro canto conoscono i club dove ho giocato e sanno che sono stato allenatore dell’Under 18 al Grasshopper. Ciò mi permette di conoscere la maggior parte dei giocatori e viceversa.

Quali messaggi da un ex capitano della Nazionale ai suoi giocatori?

Il successo comincia già dall’impegno onesto nell’allenamento. I giocatori devono farsi trovare pronti al 100% e devono avere la voglia di scendere in campo il fine settimana. La motivazione, la volontà e la cattiveria hanno un ruolo importante. Parallelamente, lo scopo per questi giovani è di accumulare tanti minuti nelle gambe e idealmente di salire ogni gradino fino alla Nazionale A. Dico “idealmente” perché è molto difficile arrivare fino a quel livello. Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti. Questo è anche uno dei messaggi che mando a loro. Fra i 17 e 19 anni possono succedere tante cose nelle vite di questi giocatori giovani, e ogni tanto si deve stare attenti a fare le scelte giuste. Il nostro scopo è anche di accompagnarli nella loro progressione e il loro sviluppo individuale.

L’ASF investe tanto nella formazione. Si tratta della chiave per il successo?

Sì, in effetti. E dal punto di vista della formazione, l’ASF ha poco da invidiare alle grandi nazioni europee di calcio. Siamo molto efficienti. Però, siccome il paese è più piccolo, abbiamo meno giocatori iscritti. Ciò ci obbliga ad essere molto rigorosi nella scoperta e nell’ammissione dei giovani talenti.

(ASF^/ Immagine: Keystone-ATS)